La libreria magica di Poppy by Mindy Thompson

autore:Mindy Thompson [Thompson, Mindy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2021-12-16T23:00:00+00:00

17.

La mattina, me ne sto in piedi sulle scale con il cuore in gola. Il ghiaccio nero scintillante nel corso della notte si è propagato nella libreria. Sotto forma di cristalli irregolari, riveste l’ortensia rampicante, il glicine e il gelsomino sul pannello frontale del bancone. Le pareti sono ricoperte da una patina così spessa che non riesco nemmeno a intravedere la carta da parati. E la porta è quasi scomparsa sotto una lastra compatta.

«Rhyme?» La chiamo, il mio respiro forma una nuvoletta. Una sola lucciola brilla davanti a me. Sfreccia via tra le pile di libri di narrativa, così mi affretto a seguirla.

Piombando nell’ingresso, poco ci manca che vada a sbattere contro James che si trova di fronte alla lavagna a fissare la citazione; una singola frase è scarabocchiata di traverso.

L’incubo si sta avvicinando. È qui, ora. Ed è più reale che mai.

Rosso cremisi, Kanna Sato

«Faremmo meglio ad andarcene», dico.

«È brina?» L’alito di James è un soffio bianco nell’aria.

«Cosa?» domando.

«È così che dovrebbe chiamarsi questo tipo di ghiaccio.» Tocca un ramo del gelsomino, che gli scricchiola tra le dita. «Hai visto l’albero?»

Prima che possa rispondere, mi trascina con sé per mostrarmi le foglie appesantite dal ghiaccio. Prende in mano un limone. È tutto nero, quasi fosse marcio. Ma è impossibile, su quest’albero cresce solo frutta perfetta, è sempre stato così.

«Staccalo», lo esorto. «Così non intaccherà anche gli altri.»

James tira e si sente un debole schiocco quando il limone viene via. Raggrinzisce nel suo palmo proprio sotto i nostri occhi. Passo un dito sulla buccia che si disintegra, poi guardiamo la polvere nera.

«Cosa sta succedendo, Poppy?» sussurra James. Potrei esporgli la mia teoria, secondo la quale l’Oscurità è arrivata fin qui, ma non voglio spaventarlo.

Qualcuno bussa alla porta rompendo il silenzio che è calato tra noi.

James mi guarda, i capelli fini che gli coprono gli occhi. «Al forse?» bisbiglia speranzoso.

Gli giro intorno e scosto la leggera tenda bianca che copre la finestrella accanto alla porta. C’è un uomo anziano sui gradini. Mi fa cenno di aprire e io obbedisco.

«La signorina Poppy Fulbright?»

«Sì, sono io.»

«Una lettera per lei.» Mi spinge in mano una busta marrone e si volta per andarsene.

Lo inseguo. «Chi è lei?»

«Un corriere del Consiglio», grida mentre barcolla sulla strada acciottolata.

Mi si ferma il cuore. Infilo la lettera nella tasca del cappotto: sono troppo stanca per leggerla subito.

Io e James chiudiamo il negozio e mettiamo un cartello per i nostri clienti, spiegando che Rhyme & Reason resterà inagibile fino a data da destinarsi e che ci scusiamo per l’inconveniente.

«Torneremo il prima possibile. Tieni duro, Rhyme», dico, uscendo nel vicolo sul retro.

La stazione degli autobus è più affollata di quanto immaginassi. Brulica di uomini, donne e bambini. Ragazzi nell’uniforme marrone dell’esercito salutano i loro cari prima di salire a prendere posto. Raggiungeranno la città, o forse andranno più lontano, nei campi di addestramento. Poi, tra qualche settimana, partiranno per la guerra.

«Ti scriverò tutte le volte che potrò, mamma, te lo prometto.» Riconosco Adam Weiss che cerca di sottrarsi all’impetuoso addio della madre.

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